Nonostante il periodo pre-estivo ed un caldo torrido la partecipazione di pubblico è stata elevata. La crisi però si è fatta sentire anche in questo settore, gli stand espositivi erano assai ridotti di numero, di dimensione e di gadget, ed è mancato il saluto finale di Yahoo! che comunque continua ad essere il main sponsor.
Per chi non lo sapesse nell'evento organizzato da IAB Italia si parla sostanzialmente di webmarketing, pubblicità su internet, che è una delle mia attività principali presso l'azienda dove lavoro.
Uno dei temi principali è stato l'unione della pubblicità su Web e TV: uniti si vince. Che è un po' la scoperta dell'acqua calda, l'integrazione della comunicazione su più canali offre risultati nettamente superiori. Questa volta si è parlato meno di Web 2.0 anche se, ovviamente, rimandi a Facebook e Twitter non sono mancati. Non ci si è dimenticati del search advertising (pubblicità sui motori di ricerca su parole chiavi specifiche) e display banner o video.
Le tavole rotonde, dove hanno partecipato agenzie, clienti e concessionari sono, dal mio punto di vista, i contenuti più utili, che danno incentivi ed idee. Quest'anno poi ha partecipato anche Google, RE incontrastato della pubblicità online che, secondo me, dovrebbe avere molto più spazio.
Interessanti gli interveti del CEO IAB Europe, del Vice President Research's Media Team Gartner e del CEO IAB UK, dando un tocco di internazionalità all'evento. Purtroppo gli interventi sono stati in inglese e, seppur io non ho avuto nessun problema, ho percepito la difficoltà nel seguire, da parte degli altri ascoltatori.
La vera sorpresa è stata Enrico Bertolino, una performance divertente ma allo stesso tempo interessante sul tema dei rapporti con il cliente, i colleghi e la comunicazione.
I problemi che sono emersi continuano ad essere gli stessi: i clienti non hanno ancora ben chiaro come approcciarsi al nuovo metodo di comunicazione on line, si sentono spaesati da questo suo continuo evolvere, non sanno come comparare le varie offerte.
Una frase, durante la prima tavola rotonda, mi ha lasciato poi senza parole: Carlo Rodomonti, Marketing Manager 01 Distribution, esprimeva le sue difficoltà nell'utilizzo del mezzo.
Questo è emblematico di come si sbagli completamente approccio. Il web sta diventando sempre più sociale, un enorme piazza dove si discute, si recensisce, si consiglia o sconsiglia, ci si allea. Che tu lo voglia o no, soprattutto per i grandi marchi e prodotti, da qualche parte sul web stanno parlando di te, bene o male. Possono essere commenti pertinenti o superficiali, ma potrebbero essere anche molto influenti se chi li fa è considerato affidabile.
Io per esempio non mi sognerei mai di sconsigliare ad un mio cliente con un Hotel o un B&B di non iscriversi su Trip Advisor, un portale dove i viaggiatori recensiscono le strutture ricettive, solo per paura che si possa parlare male. Anzi probabilmente è già iniziata una discussione, esserne al corrente, partecipare, ascoltare, rispondere sono di vitale importanza per creare fiducia. Prima le aziende se ne rendono conto e meglio sarà, per poter guidare le discussioni, smentire falsità, migliorare le proprie offerte sulla base dell'esperienza dei propri consumatori.
Tutto sommato una giornata interessante, aspettando la prossima edizione, o magari valutando di fare un salto a quella milanese, segnalo un paio di post freschi freschi per approfondire:
Antonio Lieto
FB & Associati
Gli altri cercateveli da soli.
Mie foto su flickr
Post istituzionale su conto Graph in Vetrina
Io per esempio non mi sognerei mai di sconsigliare ad un mio cliente con un Hotel o un B&B di non iscriversi su Trip Advisor, un portale dove i viaggiatori recensiscono le strutture ricettive, solo per paura che si possa parlare male. Anzi probabilmente è già iniziata una discussione, esserne al corrente, partecipare, ascoltare, rispondere sono di vitale importanza per creare fiducia. Prima le aziende se ne rendono conto e meglio sarà, per poter guidare le discussioni, smentire falsità, migliorare le proprie offerte sulla base dell'esperienza dei propri consumatori.
Tutto sommato una giornata interessante, aspettando la prossima edizione, o magari valutando di fare un salto a quella milanese, segnalo un paio di post freschi freschi per approfondire:
Antonio Lieto
FB & Associati
Gli altri cercateveli da soli.
Mie foto su flickr
Post istituzionale su conto Graph in Vetrina
Carissimo "briblo" mi permetto di commentare il suo intervento nonostante in qualche modo sia "leggermente" di parte. Innanzitutto la ringrazio per la citazione, tuttavia vorrei cogliere l'occasione per "tradurre" ciò che evidentemente non è stato così lineare in occasione del mio intervento allo Iab. Le faccio un esempio: se io stesso fossi un prodotto e se inserendo su google il mio nome ci fosse solo il tuo blog su di me come link di destinazione certamente non sarebbe opportuno per me pubblicizzarmi sul web. Se un film è brutto (e quindi nei blog se ne parla male) è fondamentale far si che il film sia quanto più possibile ben indicizzato in modo che le ricerche del film siano canalizzate sui siti "ufficiali" del film, quindi è il contrario di quanto da te percepito. Sul sito dello iab ci sono le riprese video degli interventi. Probabilmente questa è un piccolo sintomo dell'incomunicabilità tra mondi! Da un discorso articolato si prendono poche parole per fare una legittimissima riflessione facendo apparire l'altro da sè (ovvero colui che si permette di evidenziare criticità del fantastico mondo del web) come un qualcuno che ha necessariemente delle difficoltà ad utilizzare e vivere quel mondo. La semplificazione probabilmente è nemica di una piena comprensione delle diverse posizioni, grazie per lo spazio concessomi Carlo Rodomonti
RispondiEliminaCiao Carlo, è un piacere poter ricevere il tuo commento. Mi prenderò il tempo di rivedere il filmato e correggere eventuali mal interpretazioni. Le incomprensioni fanno ahimè parte della comunicazione. Parlare di "due mondi" è a mio parere totalmente errato, e l'ironia del "fantastico mondo" fuori luogo.
RispondiElimina"se io stesso fossi un prodotto e se inserendo su google il mio nome ci fosse solo il tuo blog su di me come link di destinazione certamente non sarebbe opportuno per me pubblicizzarmi sul web"
Qui è l'errore, se comparisse solo il link ad un anonimo blog significa che non sto sfruttando il mezzo, quindi diventa non solo "opportuno" anzi INDISPENSABILE essere presente.
"Se un film è brutto (e quindi nei blog se ne parla male) è fondamentale far si che il film sia quanto più possibile ben indicizzato in modo che le ricerche del film siano canalizzate sui siti "ufficiali" del film"
Se un film è brutto rimarrà tale :)
Nonostante il tuo commento continuò a non essere d'accordo con te. Rivedrò il filmato quanto prima.
Carlo sto visionando il video del tuo intervento.
RispondiEliminahttp://www.iabforum.it/iab-forum-roma-2009/interventi/intervento.aspx?IDIntervento=10
I prodotti che vendete sono di breve durata, ciò rende tutto più difficile, vi siete resi conto che è possibile sfruttare il web anticipando l'uscita dei film. Non ho compreso perché pubblicizzavate solo l'horror, probabilmente c'era l'idea che su internet fossero collegati solo ragazzini alienati?
Tu dici che, ovviamente, dopo il lancio della pubblicità in TV c'è un forte aumento di ricerca di informazioni sul web (youtube, google ecc ecc). Dove ci possono essere 1000 siti che parlano del film assolutamente non controllabili. Dici anche che non potete fare mesi di campagna key words con google per motivi di budget.
Ecco qui vedo un problema. Se non riuscite a essere presenti in buone posizioni con la comunicazione ufficiale nei risultati organici di Google (che comunque è sintomo di un lavoro da migliorare) è basilare effettuare una campagna pay per click riconsiderando la divisione del budget nel marketing mix. Puntando all'efficienza, con parole mirate non immagino sia una spesa eccessiva anche se non conosco le vostre risorse economiche.
Concludi che sarà necessario investire sul web per poter incanalare gli utenti su canali prestabiliti e non lasciarli allo sbaraglio.
Questa frase riassume il tuo pensiero che effettivamente non avevo compreso ad un primo ascolto, anzi direi che avevo capito il contrario.