24 aprile 2008

Campanelli

Potrei andare avanti molto a lungo. Questi appena elencati, a mio parere, sono tutti campanelli d'allarme dello stesso problema: la nostra economia, la nostra società si basa su uno sviluppo insostenibile. Fin'ora ci è stato permesso per il semplice fatto che a svilupparsi fossero in pochi. Ora a volersi "sviluppare" (crescere), nello stesso modo sono anche un altro po' di miliardi di persone (Cina-India), mentre altri ancora aspettano (Africa, SUD America, ecc..).

Come con le banche siamo tutti indebitati con il pianeta. Chiediamo, prendiamo e pretendiamo più di quello che ci sarebbe consentito. Sprechiamo, consumiamo come se ci fosse abbondanza convinti che la tecnologia, figlia dello stesso sviluppo, possa risolvere automaticamente il problema.

Prendere coscienza della realtà dei fatti è il primo passo da compiere. Dopodichè va trovata una soluzione basata su uno sviluppo sostenibile. E come se non bastasse tale soluzione andrà consigliata, imposta, al resto del mondo prima che faccia "crack", come le banche.

4 commenti :

  1. Storicamente nessuna transizione è stata mai graduale e pianificata, figuriamoci una di proporzioni epocali come la riconversione energetica verso fonti rinnovabili. Dovremo purtroppo attendere che il petrolio sia esaurito e che il surrogato dei biocarburanti abbia affamato il pianeta...

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  2. Penso tu abbia proprio ragione...

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  3. Capito qui per caso e noto un piccolo errore di ortografia.
    "a lungo" e non "allungo"

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  4. Correzione effettuata. Grazie!

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