23 luglio 2006

Così bianche da essere invisibili

Alessandro oggi scrive un bell'articolo che aggiunge un elemento ad un discorso a me caro.
Prendendo come esempio i grandi media, sottolinea come la notizia di un militare italiano ferito in Iraq, riceva la solita grande attenzione. Delle così dette "morti bianche" (morti sul lavoro) nessuno parla quasi mai (360 infortuni al mese nello stabilimento siderurgico di Taranto nel 2004, porta come esempio Alessandro). Eppure dovrebbe essere normale, seppur triste e doloroso, morire in guerra, un po' meno sul lavoro.
Ciò di cui parlano i grandi media non è di per se importante, ma è vendibile. Alessandro, giustamente, evidenzia il fatto di come i TG parlino spesso dell'"insolito", sicuramente più interessante per il pubblico medio. Ma così si perde di vista cosa dovrebbe essere veramente "importante".
Proprio mentre ho iniziato a scrivere questo post ho sentito distrattamente la TV accesa da mia moglie sul TG2 che parlava di un paio di morti dovuti a punture di insetto. Nel articolo veniva pronunciata la parola allarme! Come dar torto ad Alessandro?

Su SuperQuark l'altra sera hanno presentato un libro che affrontava in maniera parallela questo argomento: di come si abbia paura delle cose sbagliate, di ciò che ha meno probabilità di accadere ma a cui facciamo più caso. Purtroppo non mi sono appuntato il titolo (sul sito si guardano bene dal metterlo, sarebbe un servizio troppo utile), vi sarei grato se mi potreste aiutare.

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